È un termine americano utilizzato per indicare l'eccessivo riempimento del viso in toto o di una singola zona.
Affronto spesso questo argomento in studio con le pazienti, in particolare riferendomi al filler labbra: andare in overtreatment va a rovinare completamente l'armonia e la forma del tessuto.
Il termine filler fatigue, è diventato molto comune in America quando l'attrice Demi Moore, dopo un periodo di assenza dai riflettori era riapparsa durante la fashion week con un evidente condizione di eccesso.
Ma come mai viene chiamato così e non banalmente overtreatment?
La teoria di questo neologismo deriva dal fatto che andare ad abusare di filler in una precisa zona, che non ne necessitava, va a stressare (Fatigue) molto la cute e i tessuti rischiando sia una migrazione, sia un appesantimento rendendo conseguentemente la pelle più lassa.
Il tutto quindi comporta un cambiamento negativo della forma del viso.
INCISO IMPORTANTE: è fondamentale non banalizzare questo aspetto e fare di tutta un'erba un fascio accusando quindi i filler per il decadimento facciale e della lassità.
Non è spesso così infatti: è dimostrato in molti articoli scientifici quanto il filler possa stimolare in positivo la produzione di sostanze come collagene e lo stesso acido ialuronico.
Ne parlo QUI.
In questo caso, Demi Moore, dovendo ritornare sotto i riflettori e volendo comunque avere un aspetto giovanile, si è affidata ad un medico che ha iniettato filler in eccesso e soprattutto nelle zone sbagliate.
L'obiettivo era quello di ripristinare il viso magro giovanile, nascondendo la lassità tipica dell'invecchiamento. Il risultato invece è stato una completa storpiatura del viso dell'attrice.
Arriviamo dunque alle conclusioni per questo articolo:
1) Demi Moore e Courtney Cox, fortunatamente sono anche ottimi esempi di come a volte si possano migliorare certi disastri affidandosi a chi ha una visione più armonica e naturale della medicina estetica; ripristinando quindi la naturalezza del viso.
Dopo lo scandalo in passerella infatti, Demi Moore è andata a dissolvere ciò che le era stato iniettato, tornando al suo volto naturale grazie anche alla correzione di alcuni tratti.
Esistono dei punti strategici, delle tecniche e delle procedure per cui, seguendo le giuste quantità associate a determinati cross-linkaggi di acido ialuronico, si possano eseguire ottime BEAUTIFICATION anche senza stravolgere il viso o appesantirlo.
2) Questa seconda conclusione mi preme di più e le mie pazienti lo sanno bene perchè lo ripeto spesso: bisogna fare molta attenzione ai filler e ancora più attenzione a chi li inietta.
Purtroppo, spesso, i pazienti ricadono in un circolo vizioso in cui necessitano quantità maggiori ogni volta, perché vedono che ciò che era stato modificato "è tornato come prima".
NO. Non è tornato come prima.
In questo caso si parla di dismorfismo, e affronterò l'argomento in un altro articolo.
È fondamentale quindi scegliere un professionista che abbia una visione armonica e naturale del viso, dell'invecchiamento e del miglioramento che vuole apportare.
Purtroppo viviamo in uno periodo storico in cui spiegare ad una paziente che è entrata in un loop che si chiama dismofismo, viene percepito come insulto.
Quindi, prima di entrarci, scegliete bene il vostro professionista.
Scegliete chi vi nega la seconda fiala, piuttosto di quello che vi fa lo sconto sulla terza.
LESS, is more.
Dr. J